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50a Edizione del Concours Cerlogne : record di adesioni

21 marzo 2012

L'Assessore all'Istruzione e alla Cultura, Laurent Viérin, esprime la sua più viva soddisfazione per la prossima edizione del Concours Cerlogne che si annuncia un'edizione da record.

Negli ultimi sei anni, il numero di partecipanti è progressivamente passato dai 3200 ai 4200 di quest'anno, vale a dire 1000 persone in più e, solo per il 2012, 600 iscrizioni supplementari: questo numero impressionante comprende gli alunni e gli insegnanti delle scuole materne, primarie e medie della Regione, ai quali si aggiungono, come ogni anno, quelli delle scuole della Savoia, della Puglia e delle vallate piemontesi che condividono con noi l'orgoglio e la fierezza di esprimersi ancora in patois.

Creato nel 1963 da René Willien e organizzato dall'Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d'Aosta che, quest'anno, ha scelto Fénis per accoglierlo, il Concours Cerlogne ha come obiettivo la tutela e la valorizzazione della cultura francoprovenzale. La grande festa di chiusura - che si terrà proprio a Fénis tra il 16 e il 18 maggio prossimi - rappresenta un'occasione di scambio e di condivisione per tutti gli alunni che, nel corso dell'anno scolastico, hanno lavorato con gli insegnati sul tema stabilito.

La longevità del Concours Cerlogne, così come questa partecipazione di massa, cinquant'anni dopo il suo lancio, sono la prova che la politica culturale dell'Assessorato Istruzione e Cultura, che è impegnato a mettere in atto iniziative volte alla tutela del francoprovenzale, elemento imprescindibile del nostro patrimonio immateriale, alla sua valorizzazione e diffusione, va nella giusta direzione e continua a portare i suoi frutti.

Cela démontre une fois de plus que le patois, comme nous le souhaitons dans nos actions et dans la nouvelle approche que nous lui réservons,

"Questo risultato ci rallegra e ci incoraggia a proseguire sul cammino della valorizzazione del patois che abbiamo intrapreso in questi ultimi anni - dichiara l'Assessore. Ciò dimostra ancora una volta che il patois è davvero un elemento catalizzatore, capace di riunire persone che condividono il desiderio di esprimersi in una lingua impregnata di valori e sentimenti tra i più autentici, così come di riconoscersi - sia che siano Valdostani di origine o di adozione - nei valori linguistici e culturali del nostro popolo e della nostra comunità. Un risultato che, peraltro, auspichiamo di raggiungere attraverso le nostre azioni e il nuovo approccio riservato al patois, una lingua, simbolo della nostra storia e della nostra identità, ma che in questa nuova prospettiva costituisce anche un fattore di apertura ed integrazione, un'opportunità in più destinata a tutti coloro che vi si vogliono avvicinare, in quanto portatrice di valori culturali e identitari della comunità valdostana.

La nostra intenzione è di continuare a investire sulle giovani generazioni facendo finalmente entrare il patois nella scuola, a partire dal prossimo anno scolastico, dalla porta principale, poiché è qui che si formano linguisticamente e culturalmente le nuove generazioni. Così il patois potrà essere trasmesso in maniera innovativa e creativa, in modo da favorire l'interesse e la motivazione degli alunni. Una nuova concezione del patois è alla base della nostra politica: il patois non deve essere più considerato unicamente come lingua autoctona della tradizione, ma anche una lingua unificante e di integrazione, che diventa perciò patrimonio di tutta la comunità.

Abbiamo già riscontrato un certo numero di successi: quello recente del musical Tourna avoui mé, che si aggiunge a quello del Concours Cerlogne; i corsi dell'École populaire de patois e dei suoi stage intensivi; le Journées de la civilisation; il Festival des peuples minoritaires e la rivista La voix des peuples minoritaires; il Guichet linguistique; il progetto "Théâtre populaire"; la collezione di documentari sulle minoranze linguistiche "Des visages et des mots"; lo studio antropologico "Les nouveaux patoisants"; la mostra "Les lieux du patois"; la creazione di audio-libri dedicati a temi strettamente legati alla civilisation valdostana; la diffusione, nelle scuole valdostane, del Dichonnéro di petsou patoésan ; il Projè Popón; il primo fotoromanzo in patois, dapertotte - téatro dapertotte; la messa in patois; il progetto di presentazione all'UNESCO della candidatura, internazionale e transfrontaliera, per il riconoscimento del patois come patrimonio immateriale dell'umanità ; il sostegno dato alla Fédérachon e alle iniziative come lo Charaban o il "Printemps théâtral", nonché a progetti specifici, come le opere scritte e rappresentate per evocare le figure dell'abbé Cerlogne e del canonico Bréan; "La clé de la maison", esperienza riuscita di teatro di strada e ancora altri progetti. Tutto ciò ci incoraggia a proseguire il nostro impegno nei confronti del patois e a creare occasioni per valorizzarlo e renderlo attuale e per farne, quindi, una lingua di comunicazione sempre più moderna e attraente".