In questa sezione vi proponiamo le filastrocche che accompagnano i giochi fatti con la mano e con le dita, testimonianza della fantasia e della creatività legate al compimento di gesti che, a volte, nel tempo sono scomparsi (in tutto o in parte). Il processo di trasmissione in questo caso ha favorito, spesso, la sopravvivenza della sola parte orale del gioco, a scapito di quella gestuale.
Si rileva, inoltre, che si tratta frequentemente di giochi funzionali ad essere proposti e svolti anche in spazi ristretti, là dove ci si può divertire indovinando il numero di bottoni o di sassolini nascosti nel pugno oppure trasformando magicamente la mano in un pezzo di pane o di formaggio...
Mani e dita
Bèla man
Ayas (Formulettes et jeux de l'enfant valdôtain, Musumeci Editeur - 1974)
Durante la recitazione della formula, la mano del bambino viene accarezzata e, arrivati all'ultimo verso, viene data una leggera pacca.
Bèla man Beurta man Tchét ou mina Lecca la cranma Tourna-mè lo buro Viro, viro Tecca a man |
Bella mano Brutta mano Gatto o gattina Lecca la panna Rendimi il burro Giro, giro Colpisci la mano |
Bèla man Beurta man Perquè t'ie lèca-me lo buro ? Tourna mè donà La cranma Quiquiriquì ! |
Bella mano Brutta mano Perché mi hai leccato il burro? Dammi di nuovo La panna Chicchirichì! |
Bélén, bélén
Champdepraz (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
L'adulto posa la mano del bambino sul proprio palmo. Con l'altra mano solletica il palmo del piccolo, mentre recita la filastrocca. Nel momento in cui pronuncia l'ultimo verso, dà una pacca sulla sua mano.
Belén, tsetén Lecca la cranma Pecca lo beuro Miao miao Tsétén belén Lecca la cranma Ren-mè lo beuro Cric cric cric tac |
Belén, gattino Lecca la panna Mangia il burro Miao miao Gattino belén Lecca la panna Rendimi il burro Cric cric cric tac |
Issogne (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Bélén bélén Lo tsét lape la cranma… Tchape lo rat |
Bélén, bélén Il gatto lecca la panna Prende il topo |
Bén, bén, péroulén
Donnas (Formulettes et jeux de l'enfant valdôtain, Musumeci Editeur - 1974)
Gioco in cui bisogna indovinare il numero delle dita. Un bambino alza un dito o più dietro la schiena di un amico che deve indovinare il numero dicendo:
Bén, bén Péroulén* Trenta corne Sémartén Indavina véro ? |
Bene, bene Péroulén* Trenta corna Pont-Saint-Martin Indovina quanti? |
Se il numero pronunciato corrisponde alle dita alzate, i bambini si scambiano i ruoli. Se il numero pronunciato non è corretto, il conduttore del gioco elenca i numeri fino a che non corrispondono. Il gioco si conclude dicendo:
Un, un Doou, doou Tréi, tréi Catro, catro Sén, sén ... T'avisse deut Foura di pèine té séreut ! |
Uno, uno |
* Formuletta attestata nel villaggio di Rovarey. La parola "péroulén" potrebbe derivare da Péro (Pierre, nome di persona- Sen Péro è il patrono del villaggio).
Beuro, beuro
Saint-Denis (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
I bambini, in cerchio e a turno, mettono al centro la mano con il pollice alzato e stringono il pollice della mano di sotto, in modo da formare il pistone della zangola verticale. Con un movimento rotatorio verticale, simulano la fabbricazione del burro.
Beuro, beuro véin Neutra Danma lo so béin Achètéye dessù éin ban Avoué an létse dè pan |
Burro, burro formati Nostra Signora lo sa bene Seduta su un banco Con una fetta di pane |
Verrayes (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Beuro, beuro vén |
Burro, burro formati |
Cara bélina
Arnad (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
I bambini mettono il proprio dito indice sotto il palmo della mano aperta verso il basso di un altro bambino. Quest'ultimo gioca il ruolo di leader e inizia a pronunciare i primi due versi. Quando l'ultimo verso viene pronunciato collettivamente, le dita devono essere tolte rapidamente per evitare di essere pizzicate dalla mano del leader che si chiude a scatto. Chi rimane preso fa la fine del topo.
Cara bélina Lecca la cranma Tchappa lo rat ! |
Carezza graziosa Lecca la panna Afferra il topo! |
Catcha petolla
Valgrisenche (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Il gioco consiste nell'indovinare in quale mano è stata nascosta la “petolla”, spesso rappresentata da un sassolino o da un nocciolo. I bambini si siedono in cerchio, con le mani giunte a forma di becco di uccello, mentre il conduttore del gioco passa fra i giocatori e finge di nascondere il sassolino in ognuna delle loro mani. Solo a un giocatore sarà affidato il sassolino. Un bambino, rimasto fuori dal cerchio, deve indovinare chi ha ricevuto la "petolla". Dopo tre tentativi falliti, deve fare una penitenza.
Catcha, catcha Catcha petolla* Catcha, catcha bièn |
Nascondi, nascondi Nascondi l'escremento Nascondi, nascondi bene |
* petolla = escremento (ovini, caprini, equini, roditori).
La salada
Donnas (Formulettes et jeux de l'enfant valdôtain, Musumeci Editeur - 1974)
Il conduttore elenca gli ingredienti necessari per preparare l'insalata, toccando le dita della mano del bambino, partendo dal pollice fino a pizzicare il mignolo. A quel punto, il bambino deve dire l'ultimo ingrediente della filastrocca (l'aglio, che nel patois di Donnas è detto “ai”, come il grido lanciato dopo essere stato pizzicato).
Olé Azì Sa Gnon ... Ai ! |
Olio Aceto Sale Cipolla ... Ahi! (Aglio) |
Lo poudzo
Arnad (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
L'adulto recita la formula afferrando le dita della mano del bambino, una a una, iniziando dal pollice e terminando con il mignolo.
Hitta vat a l’éve Hitta vat ou bohc Hitta fèi dunì Hitta méndze tot É ou piquiot peuccayón ? Ren dou tot |
Questo va a legna Questo va a acqua Questo prepara pranzo Questo mangia tutto E al piccolo mangiatore ? Non rimane nulla |
Avise (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Tan fan Ren de pan Allèn robé Fa pètchà Dz’alleriò proi mè Mi si tan pitchoù E n’i tan pouiye Que m’euntordèyon lo cou |
Tanta fame Niente pane Andiamo a rubarne È peccato Ci andrei io Ma sono troppo piccino E ho paura Che mi tirino il collo |
Aymavilles (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Si l'a fan (poudzo) |
Questo ha fame (pollice) Questo non ha del pane (indice) Questo dice di andare a rubarne (medio) Questo dice: rubare è peccato (anulare) Ci andrei io Ma sono ancora piccolo! (mignolo) |
Champdepraz (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Lo poudzo vat ou bouc Lo secòn dèi vat a l’éve Lo gran dèi fèi fouà L’anulére bette su polenta É lo pieu piquiot mindze tot |
Il pollice va a far legna Il secondo va a prendere l'acqua Il medio fa il fuoco L'anulare prepara la polenta E il più piccolo mangia tutto |
Cogne (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
D’éi fan D’éi pa de pan Fa roubé Pa pèamì d’alé roubé Quèn sèi pouéi gro Vou pouéi mè roubé ! |
Ho fame Non ho pane Bisogna rubarne Non è permesso andare a rubare Quando sarò grande Andrò a rubare! |
Étroubles (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Lo poudzo : sitte l’a fan L’eundèi : n’a pa de pan Lo groou dèi : fat alléi robéi L’anulére : fa pa alléi robéi, l’é pétchà Lo petchoou dèi : voudrio mé Ma si tro pégno |
Il pollice: questo ha fame L'indice: non c'è pane Il medio: bisogna andare a rubarne L'anulare: non bisogna rubarne, è peccato Il mignolo: ci andrei volentieri Ma sono ancora piccino |
Fénis (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Lo poudzo i dic : mé n'i fan ! É l'otro : « Mé n'i po de pan ! Imprenta-nèn ! 'é pou avoué quouic ? Avoué l'inquiyoù ! |
Il pollice dice: io ho fame! E l'altro: io non ho pane! Prendiamone in prestito! E da chi? Dal prete! |
Introd (ricerca dello Sportello Linguistico, 2023)
Hi va quii de bouque Hi va quii d'ée Hi va fé couée Hi meudze to É hi n'a poumì ren |
Questo va a prendere della legna Questo va a prendere dell'acqua Questo va a far cuocere Questo mangia tutto E questo non ha più nulla |
Lillianes (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Poudjo Lecca boun Gran dé Spouzerìn Piquió dé ! |
Pollice Indice Medio Anulare Mignolo! |
Torgnón (retsertse di Guetset Leungueusteucco, 2009)
Sit y è tsè a l’éve (poudzo/patatouc) Sit i l’a tió su (reflàn) Sit i l’a panó (greu dèi) Sit y a fé la pan-ada (vierdzetta) É lo pitché y a to medzé (cagnetta) |
Questo è caduto in acqua (pollice) Questo lo ha tirato su (indice) Questo lo ha asciugato (medio) Questo ha fatto il pancotto * (anulare) E il piccolo ha mangiato tutto (mignolo) |
* pan-ada = zuppa fatta con pane, burro e acqua.
Verrayes (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Poudzo : d’è fan ! Reflàn : y a pomé dè pan Greu dèi : mè de n’é én toc Dèi dè la verdzetta : a couì te lo baille ? Pitché dèi : baille-lò a mè Què si lo peu pitché ! |
Pollice: ho fame! Indice: non ho più pane Medio: io ne ho un pezzettino Anulare: a chi lo dai? Mignolo: dallo a me Che sono il più piccino! |
Man morta
Aosta (Formulettes et jeux de l'enfant valdôtain, Musumeci Editeur - 1974)
Con gli occhi chiusi, un bambino deve indovinare chi gli ha dato uno schiaffo sulla mano tra tutti gli altri bambini presenti. Il gioco non finisce finché non viene trovato il colpevole.
Man morta, man morta Man morta L'è tornaye eun via ! |
Mano morta, mano morta Mano morta Lei è rinata! |
Arnad (Formulettes et jeux de l'enfant valdôtain, Musumeci Editeur - 1974)
Man morta, man morta Plac ! |
Mano morta, mano morta Plac! |
Champorcher (Formulettes et jeux de l'enfant valdôtain, Musumeci Editeur - 1974)
Man morta, man morta Man morta Ma beusse a la porta Tchac ! |
Mano morta, mano morta Mano morta Ma bussa alla porta Ciac! |
Gignod (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Man morta Frappe a la pourta Eun cou pe alì Eun cou pe vin-ì É eun cou pe se rapellì |
Mano morta Bussa alla porta Un colpo per andare Un colpo per venire E un colpo per ricordarsi |
Marguitta, Marguittòn
Ayas (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Questa filastrocca è una delle più conosciute e conta il maggior numero di testimonianze sul territorio valdostano, senza particolari differenziazioni o variabili semantiche. Nella maggior parte delle attestazioni, le rime non sono o non sono più accompagnate da gesti.
Marguitta, Marguittòn Lava y aje, quió majón Féi lo liet è coutcha-tè Léva li tchambe è fouetta-tè |
Margherita, piccola Margherita Lava i piatti, chiudi casa Fai il letto e coricati Alza la gamba e sculacciati |
Cogne (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Marguéritte, Marguéttón Lava te-z-aize é tchou mèzón Fai ta cooutse é cooutsa-teu Léva na gamba é tchaffa-teu |
Margherita, piccola Margherita Lava i piatti e chiudi casa Fai il letto e coricati Alza la gamba e sculacciati |
Gignod (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Marguita, Marguitón |
Margherita, piccola Margherita |
Jovençan (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Maguitta, Maguittón Lava le-z-éze Icaoua méizón Fi la cooutse é coutsa-té Levva la tsamba é fouetta-té |
Margherita, piccola Margherita |
La Thuile (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Maguitta, Maguitón Lava le-j-éije, covva méijón Féi ta cousse coutcha-té Lévva la samba é coutcha-té |
Margherita piccola Margherita |
Saint-Christophe (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Marguitta, Marguittoùn Lava le-z-ize, écaoua mèizoùn Fé la coutse é caoutsa-té Léva le tsambe é fouetta-té To daperté |
Margherita, piccola Margherita Lava i piatti, spazza la casa Chiudi la porta e coricati Alza la gamba e sculacciati Tutto da sola |
Saint-Denis (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Marguéita, Marguittón Lava lé-j-ézo, clleu mézòn Fé lo llet, étoula-tè Léva la tsamba, fouetta-tè |
Margherita, piccola Margherita |
Saint-Marcel (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Marguéritta, Marguittón Lava lè-r-éze è clloou mérón Fé la coutse è queitsa-tè Ivra lè tsambe è fouetta-tè To dapertè |
Margherita, piccola Margherita Lava i piatti e chiudi casa Fai il letto e coricati Alza la gamba e sculacciati Tutto da sola |
Torgnon (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Marguita, Marguitòn Lava lé-j-ézo é clleu mézòn Fé ta coutse é coutse-tè Léva lé tsambe é fouatta-tè |
Margherita, piccola Margherita Lava i piatti e spazza la casa Fai il letto e coricati Alza la gamba e sculacciati |
Meneun, meneun
Jovençan (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Meneun, meneun Que a-teu medjà ? Pan é fromadzo Cacalanì ! |
Gattino, gattino Cos'hai mangiato? Pane e formaggio Cacalanì! |
La Thuile (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Meneun, meneun Lo rat l’a medjà Lo pan Lo framéizo Caccalamì ! |
Gattino, gattino Il topo ha mangiato Il pane Il formaggio Caccalamì! |
Mina, gattina
Antey-Saint-André (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
L'adulto posa la mano del bambino sul proprio palmo. Con l'altra mano solletica il palmo del bambino, mentre recita la filastrocca. Nel momento in cui pronuncia l'ultimo verso, dà una pacca sulla sua mano.
Mènén, gatén Coumpare Bastiàn Tchac su la man |
Gattino, gattino Compare Bastiano Ciac sulla mano |
Ayas (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Mina gattina Te m’ie fronì lo pan Lo fromadjo è lo buro È ora va tè confessà |
Gattina, gattina Mi hai finito il pane Il formaggio e il burro Adesso vai a confessarti |
Challand-Saint-Victor (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Minón, minón Lecca la cranma Ren-me lo beuro Tchac, tchac |
Gattino, gattino Lecca la panna Rendimi il burro Ciac, ciac |
Mingón, tentachón
Arnad (ricerca dello Sportello LInguistico, 2009)
Questo gioco, tradizionalmente svolto il primo giorno dell'anno, consiste nell'indovinare il numero di dolcetti o frutta secca (mandorle, noci o nocciole) nascosti nel pugno della mano. La parola “mingón” sta per caramelle e “tentachón” potrebbe significare letteralmente “tentazione” o “tentativo”, perché bisogna indovinare il numero corretto di dolcetti.
Mingón, tentachón Véo de bon ? |
Mingón, tentazione Quanti dolciumi? |
Modda, modda la polenta
La Salle (ricerca dello Sportello Linguistico, 2009)
Si tratta di un gioco in cui si simula di girare la polenta. I bambini sovrappongono i propri pugni serrati con il pollice drizzato; ogni pugno stringe il pollice della mano sottostante. Si imprime al modón* che si è così formato un movimento circolare dicendo:
Modda, modda la polenta Canque chuche quetta La polenta l’è dza couetta Bailla cappa i modón* |
Gira, gira la polenta Fin quando sarà cotta La polenta è già cotta Smetti di mescolare |
* modón = bastone in legno utilizzato per girare la polenta
Pan... fromadzo...
Valgrisenche (ricerca dello Sportello Linguistico, 2023)
Lo scopo del gioco è quello di mettere le mani dei bambini una sull'altra fino a formare una pila di mani, fingendo di aggiungere ogni volta pane o formaggio. I bambini, a turno, posizionano la propria mano su quella degli altri, a volte in modo più deciso, a volte facendo il solletico alla mano sottostante. Ogni gesto è accompagnato, alternativamente, dalle parole “pane” e “formaggio”.
Pan… fromadzo... Pan… fromadzo... Pan.. fromadzo... Pan… fromadzo... |
Pane... formaggio... Pane... formaggio... Pane... formaggio... Pane... formaggio... |
Peungo, meungo
Arvier (Formulettes et jeux de l'enfant valdôtain, Musumeci Editeur - 1974)
In questa variante bisogna indovinare il numero di sassolini chiusi nella mano (non possono essere più di dieci). Chi indovina può tenere i sassi, chi dice un numero sbagliato deve restituire il numero di sassi di differenza.
Peungo, meungo |
Peungo, meungo |
Saint-Nicolas (Formulettes et jeux de l'enfant valdôtain, Musumeci Editeur - 1974)
In questa variante bisogna indovinare il numero dei piccoli oggetti nascosti nel pugno della mano, spesso dei sassolini oppure dei bottoni.
Peungo, meungo |
Peungo, meungo |
Téza, léza
Cogne (Formulettes et jeux de l'enfant valdôtain, Musumeci Editeur - 1974)
Mentre si recita la filastrocca, si accarezza il palmo della mano del bambino, poi si danno due colpetti (uno grande e uno piccolo) e infine si fa il solletico al braccio.
Téza, léza Pan, burou fréc Petchoù co Gro co Caccalalì ! |
Téza, léza Pane, burro fresco Piccolo colpo Grosso colpo Caccalalì! |