In alpeggio è la natura che scandisce i ritmi di vita: il mutamento dei suoi colori, l’aria che diventa più gelida, le prime cime innevate e i pascoli ingialliti annunciano la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. È ormai giunta la fine di settembre, il 29 secondo l’antica tradizione valdostana (San Bernardo mi prende, San Michele mi rende) e ,come ogni anno, ha luogo la dézarpa: le mandrie bovine fanno rientro dagli alpeggi d’alta quota, dove erano state condotte verso fine maggio o i primi di giugno, nelle stalle del fondo valle.
Come ogni “trasloco”, l’estivazione è senza dubbio impegnativa: la preparazione avviene almeno una settimana prima della partenza; la stalla viene pulita e riordinata, le mucche lavate, le code pettinate e i campanacci migliori lustrati. In seguito, secondo il rituale tradizionale, vi è l’“elezione” delle due “regine” dell’alpeggio: la più combattiva, la vincitrice delle battaglie spontanee e quella che ha prodotto più latte; alle stesse viene attribuita molta importanza anche durante la dézarpa sia nella posizione in testa al corteo sia negli ornamenti. Questi ultimi sono costituiti da due bosquet decorativi: uno per la regina delle corna, con fiori rossi, e l’altro per quella del latte, con fiori bianchi; inoltre, per l’occasione festiva, gli allevatori appendono al collo delle proprie mucche i loro migliori campanacci. Il giorno prestabilito per la discesa a valle, amici e parenti dell’allevatore accorrono per fornire gli aiuti necessari e prendere parte alla sfilata.
Per gli arpiàn il giorno della discesa a valle, dopo cento giorni di duro lavoro, è soprattutto una festa: è ritrovare la propria casa, talvolta anche la propria famiglia, gli amici ed è la fierezza di esibire le proprie bovine in salute, reduci da una buona stagione in alpeggio.
In passato la dézarpa era una ricorrenza attesa da tutta la comunità, la quale assisteva, per le strade del paese, al passaggio delle mucche di ritorno dalla montagna: la gente usciva, faceva commenti sulla prosperità della mandria, accarezzava gli animali più belli, offriva a tutti da bere e da mangiare.
Era una grande emozione, un momento di allegria, cadenzato dal concerto dei campanacci.
Oggigiorno, in gran parte del territorio regionale, il trasporto delle bovine a valle avviene su gomma. Tuttavia resistono ancora alcuni allevatori irriducibili, che eseguono il rito tradizionale a piedi, percorrendo parecchi chilometri con le loro mandrie.
Gli arpiàn svolgono un lavoro importante, contribuendo all’economia e all’immagine ambientale e turistica della Valle d’Aosta e la loro sopravvivenza è fondamentale.
A Valtournenche, nella valle del Cervino, dal 1991 si è creato un connubio vincente tra la tutela e valorizzazione di questa tradizione e il turismo: la dézarpa a Votornéntse caratterizzata dalla tradizionale discesa autunnale dagli alpeggi degli allevatori con le loro mucche, protagonisti indiscussi di questo evento festivo, e dalla folla dei turisti, curiosi e Valdostani che ai bordi delle strade li acclamano.
Conclusa la manifestazione, gli allevatori ritirano le loro amate vatse (mucche) nelle stalle del piano: la neve e il gelo non tarderanno ad arrivare. La stagione estiva in montagna e tutto il suo vissuto sono ormai un ricordo, ma solo fino alla primavera che verrà…