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La produzione della Toma di Gressoney

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La Toma di Gressoney, chèsch (formaggio) in walser, è prodotta durante il periodo estivo in piccoli alpeggi della Valle del Lys. I pascoli alpini, ricchi di fioriture e piante caratteristiche, conferiscono al latte una qualità ed un aroma particolari, che rendono questo formaggio un prodotto molto apprezzato.

In inverno gli animali sostano nella stalla e l’allevatore conferisce il latte prodotto al caseificio, senza lavorarlo. Nei mesi estivi le famiglie di allevatori, con le loro mandrie, lasciano il fondovalle intorno al 10 giugno (tradizionalmente il 15 giugno, festa di San Bernardo) e salgono negli alpeggi.

Il latte appena munto, una volta filtrato, matura per almeno dodici ore all’interno di bacinelle di rame, acciaio o plastica, raffreddate con acqua corrente, per permettere l’affioramento della panna. Una volta scremato è trasferito nella caldaia.

Il casaro riscalda il latte nella caldaia fino a circa 35 °C, quindi vi aggiunge il caglio. La temperatura è oggi misurata con il termometro, ma un tempo il miglior sensore era il gomito o la mano del casaro.

Passata circa un’ora, la cagliata è rotta e sminuzzata finemente, prima con la schiumarola e poi con la lira, fino alla dimensione di un chicco di riso o poco più.

 Con maestria il casaro divide la cagliata in due o più porzioni, la estrae con l’ausilio di una tela e la pone nelle fascere di legno, plastica o acciaio.

Una volta pressate, le forme sono riposte in cantina, salate e rigirate ogni due o tre giorni.

La cantina deve essere fresca, umida ma non troppo, organizzata con ampie e robuste assi di legno dove le tome stagionano per almeno 60 giorni. Grazie alla stagionatura, la Toma di Gressoney si presta ad essere conservata per più di un anno.

 Parallelamente alla produzione familiare, tipica degli alpeggi e del periodo estivo, si è sviluppata una produzione casearia del fondovalle, attiva tutto l’anno nei caseifici specializzati. Il numero totale di produttori si aggira attualmente intorno alla quindicina.

I saperi e le abilità legate alla produzione di Toma di Gressoney si tramandano di genitore in figlio all’interno della ristretta cerchia familiare che conserva le tradizioni e la cultura tipica della zona.

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Nella Valle del Lys, c’è un formaggio prezioso dal sapore alpino e solare,

un formaggio che si arrampica al ritmo dei fiori

 e prende vita in un calderone.

Assaggiarlo è come andare al cinema della realtà;

è guardare la mandria che esce dalla sala di mungitura e seguirne la coreografia

mille volte ripetuta dall’allevatore casaro, è accendere le papille gustative su un sapore

modellato a mano e affinato dal tempo che scorre.

Questo formaggio è la Toma di Gressoney, il chèsch,

da assaporare come un estratto della terra prima di andare a ringraziare le mucche,

ai mille colori dell'erba e a tutti coloro che danno origine a questa delizia.

E il formaggio inizia da qualche parte, nel prato, tra i fiori dai profumi dolci o speziati, là dove vorresti sdraiarti a fissare le forme delle nuvole.
E il formaggio inizia da qualche parte, nel prato, tra i fiori dai profumi dolci o speziati, là dove vorresti sdraiarti a fissare le forme delle nuvole.
Mungere: la musica del latte che schizza nel secchio è la canzone della schiuma calda e tenera.
Mungere: la musica del latte che schizza nel secchio è la canzone della schiuma calda e tenera.
Lo sgabello per la mungitura ha una sola gamba. Legato alla vita con una cintura, ti permette di avere le mani libere per svuotare il secchio del latte nel bidone e, successivamente, di spostarti.
Lo sgabello per la mungitura ha una sola gamba. Legato alla vita con una cintura, ti permette di avere le mani libere per svuotare il secchio del latte nel bidone e, successivamente, di spostarti.
Dal bidone, il latte passa nella grossa caldaia di rame e lì, nelle mani del casaro, si compie il miracolo. Da liquido a solido, dal tutto bianco ai diversi colori e sapori. Diventare formaggio è l’ambizione segreta del latte.
Dal bidone, il latte passa nella grossa caldaia di rame e lì, nelle mani del casaro, si compie il miracolo. Da liquido a solido, dal tutto bianco ai diversi colori e sapori. Diventare formaggio è l’ambizione segreta del latte.
Adagiato al fresco, il latte ha riposato e la panna è affiorata. Con una paletta di legno, il casaro la separa dal latte. Da qui a poco sarà burro oppure verrà montata per i più golosi.
Adagiato al fresco, il latte ha riposato e la panna è affiorata. Con una paletta di legno, il casaro la separa dal latte. Da qui a poco sarà burro oppure verrà montata per i più golosi.
Scaldato, arricchito con il caglio, il latte si coagula. Si procede quindi al taglio della cagliata con uno strumento denominato lira, fino a ridurla in poltiglia.
Scaldato, arricchito con il caglio, il latte si coagula. Si procede quindi al taglio della cagliata con uno strumento denominato lira, fino a ridurla in poltiglia.
 La cagliata viene estratta con un panno per formaggi, una tela di canapa, e fatta scolare. Viene poi messa in uno stampo con coperchio per essere pressata.
La cagliata viene estratta con un panno per formaggi, una tela di canapa, e fatta scolare. Viene poi messa in uno stampo con coperchio per essere pressata.