Nella valle del Lys, a Lillianes, ancora oggi si pratica un gioco di bocce antico, la rouotta. Il termine rouotta può derivare dal latino ruo-ruere: correre, lanciarsi o da roto-rotare, far ruotare. Infatti, in una raccolta scritta di nomi latini di giochi in Italia del XIII-XVI secolo ne compaiono alcuni consistenti nel lanciare (rotolare) oggetti in legno, ferro o forme di formaggio. Una seconda ipotesi sostiene la sua provenienza dal verbo francoprovenzale rouléi o roulé, usato nel senso di “camminare” o “vagabondare”, dato che il carattere tipico del gioco della rouotta è proprio quello itinerante, vale a dire che si fa girovagando.
Le sue origini sono difficili da ritracciare, anche perché non esiste documentazione scritta per i secoli passati. Tuttavia, secondo le testimonianze raccolte, a memoria d’uomo, dal secondo dopoguerra ad oggi è sempre stato giocato, trasmettendosi negli anni di generazione in generazione.
Nella Media e Bassa Valle d’Aosta, in passato, altre località l’hanno praticato: Antey, Arnad, Châtillon, Saint-Vincent, Gignod, ma solo a Chambave, oltre a Lillianes, si continua a tenere viva questa tradizione.
A Lillianes la tradizione vuole che la rouotta si svolga una sola volta durante l’anno, il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, anche in condizioni climatiche avverse: un po’ di pioggia e di neve non hanno mai impedito il popolare gioco.
In passato solo gli uomini e i giovani del paese vi potevano partecipare, da una ventina d’anni, invece, anche le donne e i forestieri sono ben accetti. Questa apertura non ha intaccato, tuttavia, l’abitudine di usare il patois di Lillianes, tra i concorrenti, durante il gioco.
In totale i partecipanti non devono superare le trenta unità, altrimenti si costituiscono due gruppi distinti. Di fondamentale importanza è il ruolo dell’arbitro, che viene individuato prima dell’inizio dei giochi e che dovrà segnare su un’apposita tabella i punti di penalità di ogni giocatore, per ogni manche.
La partecipazione al gioco prevede un’iscrizione, poco prima dell’inizio della gara; tutti gli iscritti si presentano muniti di una boccia, generalmente di legno.
Il gioco inizia alle 14 e termina verso le 17.30, quando il calare della notte impedisce la prosecuzione dello stesso.
La rouotta possiede un proprio regolamento che stabilisce gli orari, i luoghi, il tipo di boccia, l’ammontare delle penalità, l’età minima e il comportamento dei partecipanti, le modalità di pagamento della cena, il menù tipico, l’attribuzione del trofeo e degli altri premi.
La prima giocata spetta al veterano, mentre le successive mosse vengono decise da uno dei tre giocatori le cui bocce, nel turno precedente, sono andate più distanti dal boccino. Egli lancia il cochonnet gridando “cochòn en avòn!”, dopo aver spiegato la posizione da tenere in fase di tiro e dove deve passare la boccia, grida poi “apreu mé!”, indicando colui o colei che dovrà giocare dopo di lui ed effettua lui stesso il tiro. Tutti i concorrenti, a chiamata, devono compiere il lancio seguendo le stesse modalità, senza dimenticare di chiamare il concorrente successivo; l’ultimo deve annunciare la fine della mano gridando “ramassa!”. Le penalità vengono assegnate per fallimento della posizione, della traiettoria, se si è tra i cinque che si sono allontanati di più con la loro boccia dal cochonnet; inoltre, dimenticare i richiami rituali in patois, qui sopra citati, oltre a provocare la derisione degli altri giocatori attraverso il coro collettivo “ou cu, ou cu, ou cu!”, comporta l’attribuzione di ulteriori penalità.
La giornata si conclude, come prevede l’usanza, con una cena dei partecipanti, dal menu tipico, caratterizzato dal tradizionale riso al formaggio. Al termine della cena si procede alla premiazione ufficiale: colui che ha sommato meno penalità (premio cochòn en avòn) riceve una scultura in legno o in pietra ollare ed il trofeo ufficiale della rouotta, che passa di anno in anno da un vincitore all’altro. Invece, chi ha ricevuto più penalità (premio ramassa) e chi ha dimenticato più volte i richiami rituali (premio ou cu ou cu ou cu) ritira un cesto di generi alimentari.
Lo spirito ludico della rouotta coinvolge tutte le generazioni di Lillianes: i giovani aspettano di compiere i sedici anni per potervi partecipare e le persone più mature, temerarie, continuano a giocare, sperando nell’annata favorevole. Le lunghe ore passate al freddo, la stanchezza dell’attività sportiva all’aria aperta e le cene pagate profumatamente, a causa delle troppe penalità, non li scoraggiano, perché il premio più importante l’hanno già “ritirato”: l’aver trascorso un pomeriggio in allegria con nuovi e vecchi amici e di aver contribuito a mantenere viva questa bella tradizione!