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Toponomastica ufficiale

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La grafia dei toponimi è sempre un tema delicato: esistono molti casi di grafie diverse per lo stesso toponimo all’interno di un territorio regionale o addirittura comunale. L’iter di ufficializzazione è nato quindi per cercare di stabilire delle grafie comuni.

Il processo è iniziato con le denominazioni dei 74 comuni valdostani, un progetto che si è concretizzato nel 1976 con l’ufficializzazione dei nomi dei comuni valdostani, stabilita ai sensi dell’articolo 1 della legge regionale n. 61 del 9 dicembre 1976.

Le denominazioni dei comuni sono francofone ad eccezione di quella del capoluogo regionale per il quale sono considerate ufficiali sia la denominazione in lingua italiana “Aosta” che quella in lingua francese “Aoste”.

L’esigenza di una grafia “universalmente” riconosciuta ha portato a prevedere anche, sempre con la legge n. 61/1976, l’ufficializzazione dei villaggi, delle frazioni e di ogni altra località dei comuni valdostani tramite decreto del Presidente della Regione, sentiti i Comuni interessati.

Nella pratica, i Comuni presentano una richiesta ufficiale, stilando un elenco di località da ufficializzare.

Sulla base di questa richiesta inizia dunque una ricerca su documenti vari per verificare come, nel corso dei secoli, siano state indicate queste località. Si prendono in esame le grafie più antiche (tratte dal Catasto sardo, dal Catasto originario, dagli archivi storici, dagli archivi parrocchiali e comunali), le grafie contemporanee (tratte dalle carte regionali o dalle carte dell’Istituto Geografico Militare), le forme in patois (ricavate dai dati dell’inchiesta toponomastica) e altre fonti come monografie, pubblicazioni varie, ecc.

In considerazione dei dati raccolti con la ricerca, un’apposita Commissione di esperti, istituita come organo di consulenza e assistenza tecnico-scientifica, avanza le proprie proposte alla Presidenza della Regione.

La Commissione è nominata dalla Giunta regionale per cinque anni e viene rinnovata all’inizio di ogni legislatura regionale. È composta da un minimo di tre a un massimo di sei membri, scelti tra i responsabili delle strutture regionali competenti in materia di etnologia e linguistica, di toponomastica, di documentazione antica, di storia e cultura dell’ambiente valdostano e di enti locali, oppure tra specialisti dei suddetti settori non appartenenti all’Amministrazione.

In occasione degli incontri in cui la Commissione condivide le proprie proposte con il comune oggetto di ufficializzazione, essa è integrata da uno specialista nominato dal comune stesso.

La legge prevede inoltre che i Comuni possano decidere di affiancare alle denominazioni ufficiali le denominazioni in francoprovenzale. Anche queste saranno sottoposte all’esame della Commissione.

La decisione della Commissione in merito alla grafia dei toponimi si basa su precisi criteri stabiliti dalla Delibera di Giunta regionale n. 828 del 20 aprile 2012, come il fatto che la grafia proposta debba ispirarsi alla tradizione valdostana. Si tratta quindi di grafie francofone che tengono conto delle particolarità dell’area francoprovenzale, anche quando si distaccano nettamente dal canone della lingua francese. 

Tra i vari criteri adottati, ad esempio, la Commissione ha deciso di conservare la -z finale, non pronunciata, se la vocale che la precede è atona (es. Bionaz, Perloz, ecc.) e di proporre invece una -d o una -t finale per indicare che la vocale è tonica (es. Gignod, Arnad, Norat, ecc.). Infine, si è deciso di mantenere l’articolo quando è presente nell’espressione orale in patois (es. Les Combes, Le Clapey, ecc.).